Basta l’impresa per fare il progetto? Il falso mito del “chiavi in mano”
- di Arch. Andrea Gionti
La (falsa) credenza delle imprese "chiavi in mano"
Quando si acquista casa o si affronta una ristrutturazione importante, uno dei desideri più comuni è quello di semplificare il percorso.
È per questo che la promessa di un servizio “chiavi in mano” esercita un fascino così potente: un interlocutore unico, zero preoccupazioni, tutto organizzato.
Ma siamo sicuri che basti l’impresa per avere anche un buon progetto?
Negli ultimi anni, sempre più persone si sono affidate a imprese edili che offrono pacchetti “all inclusive”.
Una scelta comoda all’apparenza, ma spesso lacunosa nei dettagli che contano davvero.
Una scelta affrettata: il caso di una giovane coppia
Ti racconto la storia di una giovane coppia che aveva le idee ben chiare per la ristrutturazione della loro casa: volevano trasformare quel vecchio appartamento in centro in un nido moderno, funzionale, adatto a una futura famiglia.
Per semplificarsi la vita avevano scelto una formula rassicurante: ristrutturazione “chiavi in mano”.
L’impresa edile locale offriva tutto: tecnici, maestranze, gestione pratiche, persino un architetto interno. Loro non avevano tempo né competenze per occuparsi della ristrutturazione , e la promessa di un team a disposizione li ha convinti in fretta.
Ma come spesso accade, tra promessa e realtà c’è un abisso.
Dopo la firma del contratto e le prime fasi entusiasmanti , sono cominciati i dubbi.
Avevano ricevuto una progettazione planimetrica generica, con qualche indicazione sulle nuove tramezzature e senza nemmeno prendere in considerazione la distribuzione degli arredi, nemmeno in cucina o nei bagni (non un vero progetto di interni).
Il tecnico dell’impresa aveva inserito un secondo bagno e una cabina armadio, tutto in linea con le richieste esplicite dei committenti.
Ma quando è arrivato il momento di affrontare impianti, luci, materiali e arredi… sono stati lasciati soli.
Quando il progetto... non è un vero progetto
L’appartamento si trovava in un edificio con muratura portante, che limitava le possibilità di intervento.
Il tecnico ha proposto un layout coerente con le richieste, ma è mancato l’ascolto vero, senza sfruttare al pieno la potenzialità della casa.
Nessuno ha indagato sulle abitudini della coppia, il modo in cui avrebbero voluto vivere quegli spazi. Ogni decisione, dalle prese elettriche ai punti luce fino alle posizioni degli arredi, veniva presa direttamente in cantiere, spesso con i muratori, senza nemmeno un progetto impiantistico di base.
Il soggiorno, il cuore della casa, era diventato un rebus: spazioso, sì, ma frammentato da vincoli e passaggi obbligati.
Tutto appariva progettato “a pezzi”: un mobile va qui, una lampada lì, senza una regia che tenesse insieme le cose.
Un ambiente bloccato, senza anima e senza progetto
In molti casi, i clienti si affidano ai rivenditori per completare gli ambienti. Ed è naturale che il venditore cerchi di proporre ciò che ha in showroom, o ciò che va di moda.
Ma un mobile bello non è necessariamente adatto a qualsiasi ambiente.
Nel caso di questo soggiorno, ad esempio, ci trovavamo di fronte a uno spazio cruciale dell’appartamento: era l’ambiente su cui si apriva la porta di ingresso e quindi il primo spazio visibile appena entrati.
Eppure gli impianti erano già stati realizzati dall’impresa, senza che ci fosse alle spalle un progetto chiaro. Prese, attacchi TV, punti luce: tutto era stato posizionato un po’ a caso. E ora?
Il mobilificio aveva fornito dei render, ma si trattava più che altro di immagini decorative: tre screenshot con una madia importante, due vetrinette e qualche complemento ispirato al Salone del Mobile di quell’anno.
Presi singolarmente, nulla da eccepire: ogni pezzo era bello.
Ma nell’insieme?
La madia da tre metri, una volta inserita nello spazio reale, risultava troppo imponente: bloccava il passaggio e spezzava la leggibilità dell’ambiente. Le vetrine sembravano fuori contesto.
Il risultato? Uno spazio disordinato, privo di anima e con percorsi poco fluidi.
La coppia aveva scelto quegli arredi perché il venditore li aveva presentati come “i più belli visti al Salone di Milano”. Nessuno, però, li aveva aiutati a capire se fossero davvero adatti alla loro casa. Mancava un progetto, un filo conduttore.
Senza una progettazione integrata, anche l’oggetto più affascinante perde efficacia, funzionalità e armonia.
Quando manca la regia: impianti e dettagli trascurati
Il vero progetto è quello che tiene insieme tutto: struttura, impianti, arredi, materiali. Quando manca una regia, ogni decisione viene presa all’ultimo minuto, direttamente in cantiere e a volte anche un po’ a caso. E spesso… troppo tardi.
In questo caso, però, c’era ancora margine per intervenire. I clienti erano fortunatamente in tempo per alcune modifiche sostanziali.
Il primo passo è stato ristabilire le proporzioni. Attraverso render fotorealistici basati sulle misure reali dello spazio, siamo riusciti a mostrare chiaramente cosa funzionava e cosa no.
Non si trattava di imporre scelte, ma di permettere loro di toccare con mano le conseguenze di alcune decisioni prese con leggerezza.
Abbiamo ripensato tutto.
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La madia è stata ridimensionata e collocata su una parete più adatta, dove potesse davvero valorizzare lo spazio senza ostacolarlo.
- Il termocamino è stato inglobato in una parete attrezzata, giocando con profondità diverse e accostamenti materici per alleggerirne l’impatto visivo.
- Tra zona giorno e zona notte è stato inserito un divisorio su misura: listelli verticali in legno e una panca contenitiva, funzionale, elegante e discreta.
E poi l’illuminazione: uno degli aspetti più trascurati quando manca un progetto. Addio al solito punto luce centrale o ai faretti messi “un po’ dove capita”. Al loro posto, un vero progetto illuminotecnico con luce diretta, diffusa e d’accento.
Il falso mito del “chiavi in mano”
Il termine fa pensare a un pacchetto completo, senza pensieri. Ma nella realtà, molte formule “chiavi in mano” si limitano a garantire l’esecuzione dei lavori, senza una reale cura progettuale.
Inoltre, nella maggior parte dei casi il “chiavi in mano” si limita a fornire una casa “finita” ma vuota, e i clienti devono comunque affrontare da soli tutte le scelte legate all’arredo nella speranza di non sbagliare e di incontrare un venditore che non pensi solo ai suoi interessi.
E allora vale la pena chiedersi:
- Chi si occupa davvero della progettazione degli interni?
- C’è uno studio sugli impianti, l’illuminazione, gli arredi?
- Ci sono esempi concreti di lavori già svolti con successo?
E soprattutto: non aver paura di chiedere un secondo parere. Perché ogni centimetro conta. E ogni scelta, se sbagliata, pesa per anni.
Conclusioni: la vera casa "chiavi in mano" nasce da un progetto su misura (di un Architetto di Interni)
Se stai pensando di ristrutturare o acquistare casa, fai attenzione: affidarsi a chi costruisce non è sufficiente. Serve qualcuno che progetti.
Spesso ci si affida all’impresa o al tecnico pensando che basti, ma:
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Non tutti i progetti planimetrici sono progetti d’interni.
Non basta inserire alcune stanze o spostare qualche muro per realizzare una progettazione planimetrica, ma si deve cercare di sfruttare al meglio ogni metro quadro dopo aver analizzato attentamente le esigenze e le abitudini delle persone. - Un render bello non garantisce un buon progetto.
Oggi soprattutto con le nuove tecnologie chiunque riesce ad ottenere dei render realistici ma, se non tiene conto di proporzioni, funzionalità e realizzabilità, è solo una bella immagine. - Un mobile bello può essere un errore.
Senza un contesto pensato, anche l’arredo più elegante può risultare fuori luogo o ingombrante. - Un impianto non progettato limita la libertà futura.
Prese, punti luce e attacchi messi “a caso” rendono difficile, o impossibile, organizzare bene lo spazio e gli arredi.
Se desideri il sostegno di architetti di interni specializzati…
Se stai per affrontare una ristrutturazione e hai ancora le idee un po’ confuse contattaci. Saremo lieti di rispondere ai tuoi dubbi e fornirti le informazioni fondamentali per evitare che la tua ristrutturazione diventi un incubo.
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Arch. Andrea Gionti
Fondatore Arch'IN
Architetto specializzato in Architettura di Interni, accompagno coppie e famiglie nella trasformazione della loro casa in un ambiente funzionale, armonioso e davvero su misura.